Il Natale degli oggetti domestici

Paola Lombroso

(da "La vita è buona", Le Monnier, Firenze)

Nella magica notte di Natale anche i muti oggetti domestici acquistano voce e scilinguagnolo; e quando cominciano a parlare hanno una tale impazienza di comunicarsi le proprie impressioni, di sfogar la parlantina per un anno intero trattenuta, che veramente è fortuna se le campane di Natale suonano a stormo e coprono il loro sussurro, chè altrimenti gli uomini stupirebbero di tanto chiacchiericcio pettegolo.
La sera di Natale dunque, nella casa ben ordinata e gentile della piccola sposa, una fiera disputa si accese fra gli oggetti domestici, perché ognuno di essi pretendeva di essere il "solo prediletto" e di avere in tale qualità diritto alla "strenna"
- Chi la piccola signora può amare più di me? - diceva il mazzo di chiavi che aveva, malgrado la sua vocetta di campanello fesso, una chiacchiera per dieci. - per tutte le mie serrature, che Dio salvi, io posso scommettere di essere fra tutti il preferito!... La padrona non si separa mai da me e mi ha eletto custode delle sue cose più preziose: io custodisco la biancheria nell'armadio e ogni cosa più ghiotta nella dispensa; gli anelli, la collana di perle, gli orecchini dentro il cofanetto, e le lettere dentro una cassettina; io sto attaccato alla sua cintura quando trotterella per la casa e la accompagno dentro la borsetta quando va fuori... E per ritrovarmi, una volta che mi smarrì, mise persino un avviso nel giornale, tanto era disperata di avermi perduto!...
- Eppure - disse la macchina da cucire - giurerei che la sua segreta simpatia è per me: io son la sua compagna di lavoro: lavora tu che lavoro io, pare un gioco, come noi due sbrighiamo tutta la cucitura della casa... orli e impunture e sopraggitti; lenzuola, tovaglioli e camicie; il pedale e la navetta volano, mentre essa canta, la biancheria si ammonticchia alla fine della giornata; e allora con la sua mano leggera ella mi pulisce con un pannolino fino e mi ripara in una custodia di legno, tant'è gelosa, che un solo granello di polvere penetri nel mio ingranaggio. E come mi protegge! "Guai a chi tocca la mia macchina!", minaccia i bambini quando si avvicinano! Sono io la sua prediletta, non c'è dubbio!...
- Oh! - disse la coppa di cristallo, che era un oggetto di lusso e aveva una bella voce di contralto e tinnicva come un argento, - quella macchina che pare un goffo ippopotamo ha l'inverosimile pretesa di essere la prediletta!... La prediletta della padrona son io, per la mia origine aristocratica e gentile. Io sono stata dono di nozze; e son trasparente, pura, cristallina e accolgo con graziosa ospitalità i più bei fiori. Quando la padroncina rientra - con un mazzo profumato di violette e di rose, di mughetti o di ciclamini, - neppure si leva il cappello, ma subito corre a cercarmi, a riempirmi d'acqua fresca; terge le gocce e dispone i bei fiori tra le mie pareti; e tanto le piaccio che sempre mi vuol avere davanti agli occhi; e quando scrive mi posa sul suo scrittoietto; e quando la tavola è preparata mette me nel centro come una regina perché, dice, "non c'è nessun vaso ch'io ami tanto come la mia coppa di Boemia; nessuno che riceva i fiori e li mostri con tanta garbata signorilità!"
- Come un pettogolo mazzo di chiavi, una volgarissima Singer, una fragile coppa di cristallo, come ardisce questa buona gente di aggiudicarsi i favori della padrona? Ma la favorita son io, io che ho la grazia, la robustezza e l'eleganza; quando c'è gente chi si chiama in aiuto? e chi viene avanti con la teiera, la lattiera, la zuccheriera d'argento, che fan con me una famiglia solidale e modesta, la quale non s'invanisce della lode...? Ma quante volte mi tocca sentirmi lodare! £Che bella tavola da the!" e allora, non io, ma ella, la piccola signora, ha un sorriso glorioso... io son la sua beniamina... e per me ella sola ricama le belle tovagliette in filo rosso, con i merletti e gli sfilati....
- Uhm! - disse la lampada che aveva un occhio di fiamma viva, - io son sicura, sicurissima che l'intima profonda simpatia della nostra padroncina è per me. Quando la sera ella lavora e il mattino legge e la teiera bolle e la coppa è piena di fiori, che cosa dice la nostra signora? "Com'è delizioso, esser così in due raccolti sotto la fida e limpida luce della lampada!" così dice, o amici, e questo significa ch'ella mi ha più cara d'ogni altra cosa.
Allora successe un gran tumulto: le chiavi il cristallo, la macchina, la tavolina, la lampada tinnivano, picchiavano, battevano, protestavano:
- Dobbiamo domandare a lei stessa qual è di noi il suo beniamino?
E venne la sposina giovane, giovane, con le sue guancette rosse e i suoi occhi umidi; e quando ogni oggetto ebbe parlato ella rrossì e sorrise.
- Ma io vi amo tutte egualmente, o care cose, che siete la mia casa, che fate la mia vita quieta, industriosa e gioconda...
E l'indomani ognuno degli oggetti domestici ebbe il suo dono di Natale; il mazzo di chiavi ebbe un anello d'argento, la Singer una navetta nuova, la coppa un mazzo di rose, la tavolina una tovaglietta ricamata, e la lampada un paralume color oro; ma gli oggetti avevano di nuovo perduta la parola e non poterono discutere chi avesse avuto il dono più bello.

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