Il Buffone Papiol

Arrigo Boito
(Da "Re Orso", Treves, Milano
)

Per le bimbe, per i pargoli
dalla fiaba impauriti,
per i nonni fra le tenebre
desti, pallidi, romiti,
cangerò la tetra nenia
in un verso allegro e matto,
colla storia ed il ritratto
del giullare Papiol.

Fu il Buffon da una mandragora
messo al mondo, e appena nato
era al par d'un dito mignolo
picciol, magro, affusolato,
poi restò sempre rachitico
fin ch'ei visse ed infermiccio,
e la crosta d'un pasticcio
fu la culla di Papiol.

Per cimiero ei porta un guscio
di castagna o di lumaca,
una pelle di lucertola
è sua calza ed è sua braca;
gli filava una tarantola
cinque corde al suo liuto;
e non v'ha giullar più astuto
del gobbetto Papiol.

Tien la vespa il fine aculeo
dentro il corpo alidorato;
tal Papiol entro la cintola
tiene un ago avvelenato.
Con quell'ago ei fa cadavere
più d'un Duca e più d'un Conte,
per quell'ago sir Drogonte
venne spento da Papiol.

Perchè un dì, presente il Principe,
arse vivo uno scorpione,
fu Papiol eletto al titolo
d'uom di Corte e Centurione.
Sulla terra ancor non videsi
un più gracile arfasatto
Ecco i fasti ed il ritratto
del giullare Papiol.

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