LEGGENDE

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ITALIANO

Avere la coda di paglia

Temistocle Gradi
(da "Proverbi e modi di dire dichiarati con racconti", Paravia, Torino)

Ecco l'origine dettato come fu raccontato da una massaia.
E' vi fu un tratto una certa volpicella, alla quale, perché era poco sperta e di molto golosa, le intravvenne di dare in una tagliola, dove lasciò una buona parte della coda. Afflitta e vergognosa molto di questa disgrazia, ella non s'attentava di comparir più fra 'l suo parentado, e si stava soletta e celata in luogo dove da nessuno quella vergogna fosse veduta. Nondimeno ella non potette far tanto che fra quel suo parentado non si spargesse, con grave scandalo, ch'ella invece di coda non aveva altro che la miseria d'un mozzicone; e però tutto 'l vicinato, fatto prima consiglio e preso partito, furono a lei,e  , dopo averla un po' borbottata e un po' consolata, le accomodarono in su quel mozziconcello una bella coda di paglia, fatta ad arte, che pareva una coda per davvero: e innanzi di lasciarla l'avvertirono che non s'avvicinasse mai a nessun fuoco, perché fuoco non le pigliasse quella figura di coda, e tutta lei bruciasse.
Ma questo provvedimento e questo consiglio non furono tanto segreti, che un galletto non sentisse e tutto raccontasse a chi di ragione: il perché, quand'era in sull'ora che le volpi vanno alla busca, si vedeva qua e là presso i pollai de' focarelli mezzo nascosti, che parevan dire a quella disgraziata di coda: "Se vieni, ti brucio". E la volpicella nostra, che tutto questo vedea, girava largo da' pollai per amor della coda, e vivea in gran tribolazione e sospetto molto di incappare in qualche fuoco acceso a tradimento.
Quanto durasse quella tapinella a questo modo non si sa bene, ma si dice che poi desse della coda in una fiammolina e si restasse tutta abbruciacchiata  e morta.
E però d'un uomo che ha del mal fatto e sta in sospetto d'esser scoperto a ogni momento , e che con gran cura da tutti si guarda, si dice che costui ha la coda di paglia, e ha paura ch'ella non pigli fuoco.
E come la volpe non facciamo noi. Se abbiamo qualche difetto, confessiamolo e comportiamolo: perciocché la malizia alle volte sta più nello studio di nascondere le magagne, che nelle magnagne stesse. Ad ogni modo, il meglio è mal non fare, e paura non avere.

 

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