La luna, l'usignolo e le rose
Angiolo Silvio Novaro
(da "Il cestello", Milano, Mondadori)
Nell'ora che ogni vetta
diventa violetta
e dondola ogni cuna,
uscė la bianca luna.
La luna sul mare,
e il musico usignolo,
che addormiva il suo duolo
sotto un dolce cantare,
ammutolė: stupore
gl'invase il picciol cuore.
Preso ebbe il cuore, e tacque
l'usignol, sė gli piacque
la bianca e schietta luna
nell'ora che ogni vetta
diventa violetta
e dondola ogni cuna.
L'usignol tacque, assorto;
ma le rose dell'orto,
chine a specchiarsi al fonte,
alzarono la fronte
verso la bianca luna,
e mormorava ognuna:
- Bacia me, bacia me,
chč sono la pių bella;
bacia me, bacia me,
che sono tua sorella! -
Appena udė le rose,
la luna si nascose
sdegnata e pallidetta
dietro una nuvoletta;
ma poi vi aperse un foro,
e con un raggio d'oro,
che parve una saetta,
baciava l'usignolo,
lui che tacea, lui solo.
|