STORIE

FARINELLA

Gian Bistolfi

(da "Storielle di lucciole e di stelle", Treves, Milano)

C'era una volta dentro il suo mulino una famiglia di mugnai: il mugnaio babbo con la mugnaia mamma, con quattro ragazzi e una bambinella buona. Uno più uno: due; due piu quattro sei; sei più uno: sette: erano sette mugnai poverelli, che non potevano mai togliersi la fame.
- Poveri bimbi miei! - diceva ogni giorno all'alba la mugnaia mamma, voltando la faccia dall'altra parte per non far vedere le lacrime nei suoi occhi. - Poveri bimbi miei! neanche posso dare ai miei bimbi lo zucchero nel caffè e latte, tanto siamo poverini. Quand'è che saremo un po' meno poverini?.-
Intanto i bimbi si sedevano attorno alla madia, e incominciavano a divorare la colazione.
- Mamma, mamma! com'è amaro il caffè e latte stamattina! n'hai messo poco di zucchero stamattina? -
E i quattro ragazzi facevano il muso lungo dentro la scodella.
Soltanto la bambinella buona non si lagnava mai e sorrideva sempre con i suoi occhi pieni di cielo e di bontà. E quando essa sorrideva, tutti provavano dentro al cuore una gioia grande, come se la finestra si fosse aperta un poco per lasciare entrare il sole.

La mugnaia mamma spesso pensava:
- M'hanno detto che ogni cent'anni passa pel mondo il Mago Bruscolino che aiuta l'uomo poverino. Passasse da questo paese un momento solo il Mago Bruscolino! Gli vorrei chiedere una grazia piccola, che nemmeno gli darebbe noia a farmi una grazia così piccola.
Forse il Mago Bruscolino si trovava di molto affaccendato in un altro paese del mondo: così è che non passava mai da quel mulino, e i sette mugnai poverelli diventavano sempre più poverelli.
Veramente, però, un giorno sentirono bussare alla porta: era l'avemaria, quando suonano le campane per dire che bisogna tornarsene a casa: e bussò alla porta di quel mulino un ometto che andava per il  mondo e non aveva la sua casa. Allora il mugnaio babbo aprì la porta e disse:
- Entrate, ometto, siete stanco? venite da lontano? -
- Se sapeste come sono stanco! - rispose l''ometto, che pareva un pellegrino un po' vecchio, ma molto stanco. - Fatemi la carità: un pezzo di pane e un angolo per riposarmi. -
Ma la mugnaia mamma gli diede due pezzi di pane e la seggiola meno zoppa che ci fosse in tutta la casa.

Il pellegrino si riposò fino all'alba e poi disse:
- Ora devo andarmene e vi ringrazio. -
> - Zitto! Zitto! - rispose la mugnaia mamma.. - Soltanto ricordatevi di noi, qualche volta, e , se avete tempo, venite a trovarci. -
Il pellegrino stette un po'  a guardare i cinque fanciulli, e poi disse:
- Si, verrò a trovarvi qualche volta. Siete gente buona voi e avete buon cuore con i poverelli. -
Guardò ancora un poco i cinque fanciulli a uno a uno , e poi:
- Siete buona gente voi - disse - ed io vorrei lasciarvi un ricordo di me e di questa notte che ho passato dentro il vostro mulino. -
A questo punto alzò dritto il capo e fece luccicare gli occhi.
-
Perché, vedete, io sono il Mago Bruscolino che aiuta l'uomo poverino!. -
Il mugnaio babbo e la mugnaia mamma, a queste parole, s'inchinarono fino a terra con molto rispetto.
- Sono il Mago Bruscolino che aiuta l'uomo poverino, e vado in giro pel mondo a cercare le case dove sta la pietà, e a ricompensare quella gente che fa come il Mago Bruscolino che aiuta l'uomo poverino. -
Vedendo che si trattava davvero di un mago come si sente dire da coloro che non li hanno mai visti, i cinque fanciulli si erano intanto avvicinati al pellegrino, e lo guardavano in viso succhiandosi il dito più lungo, essendo che, come sanno i bambini di tutto il mondo, per sentire una cosa mai sentita o per vedere una cosa mai veduta, non c'è nulla di meglio che succhiarsi il dito più lungo.
Il Mago Bruscolino in quel mentre accarezzava con la mano i capelli dei bambini e diceva:
- Tu, Farinone, che sei il più alto, che cosa vorresti se potessi proprio avere quella cosa che vuoi? -
Farinone, ch'era il più ambizioso ce' cinque figli del mugnaio, rispose:
- Potessi avere quella cosa che voglio, Mago Bruscolino! Vorrei essere alto come un babbo, con una bella barba come un uomo vero, e poter andare per il mondo a cercar la fortuna. -
Il Mago Bruscolino dondolò la testa così, senza dire
ne no ne si.
- E tu Farinotto, che cosa vorresti se potessi proprio avere quella cosa che vuoi? -
Farinotto, ch'era il più pigro dei cinque figli del mugnaio, rispose:
- Potessi avere quella cosa che voglio, Mago Bruscolino! Vorrei essere padrone d'una bacchetta magica, e di sera, quando è finita la scuola, toccare il mio quaderno con quella bacchetta magica e dire: "Bacchetta magica, scrivi il compito del povero Farinotto, ch'è tanto stanco questa sera".E tutte le sere dire questa cosa. -
Il Mago Bruscolino dondolò la testa così, senza dire
ne no ne si.
- E tu Farinuccio, che cosa vorresti se potessi proprio avere quella cosa che vuoi? -
Farinuccio, ch'era il più ingordo dei figli del mugnaio, rispose:
- Potessi avere quella cosa che voglio, Mago Bruscolino! Vorrei possedere un palazzo grande come una montagna con le cantine piene di sacchi d'oro: comprerei tutti i dolci che sono nel mondo!-
Il Mago Bruscolino dondolò la testa così, senza dire
ne no ne si.
- E tu Farinino, che cosa vorresti se potessi proprio avere quella cosa che vuoi? -
Farinino, ch'era il più
birichino de' cinque figli del mugnaio, rispose:
- Potessi avere quella cosa che voglio, Mago Bruscolino! Vorrei avere tanti gatti con la coda lunga per tirare la coda a quei gatti!
Il Mago Bruscolino dondolò la testa così, senza dire
ne no ne si.
- E tu Farinella, che hai gli occhi così dolci,che cosa vorresti se potessi proprio avere quella cosa che vuoi? -
Farinella se ne stava, senza osare, in un cantuccio piccina piccina. Allora la mugnaia mamma la spinse avanti.
- Sono così dolci davvero i miei occhi? - chiese la bambina buona. - Ma non sono dolci abbastanza, Mago Bruscolino che aiuti l'uomo poverino! Potessi avere quella cosa che voglio, Mago Bruscolino! Al mattino, ogni giorno, vedi , la mamma piange perchè siamo poverelli e non s'ha nemmeno i soldi da comprare lo zucchero pel caffè e latte dei fratellini. Ebbene, se puoi, Mago Bruscolino, darmi quella cosa che vorrei, ebbene: fa così dolci i miei occhi, che al mattino, ogni giorno, mi basti guardare il caffè e latte dei fratellini miei perchè il caffè e latte diventi dolce, come se, dentro, la mamma ci avesse versato tanto zucchero.-

- Chi è che piange?- chiese il Mago Bruscolino che aiuta l'uomo poverino.
- Sono io - rispose la mugnaia mamma; - piango di consolazione. Non è una bimba buona la mia bambinella?-
E il Mago Bruscolino esclamò:
- Sì, è una bimba buona codesta: e non pensa a
se per il suo bene, come fanno i suoi fratelli, ma desidera soltanto il bene degli latri. La tua domanda, Farinella, mi piace più che ogni altra e farò come dici.
E fece così il Mago Bruscolino, e mandò la fortuna su quella casa: e i sette mugnai poverelli non furono più poverelli.
- Per te - disse il Mago Bruscolino - per te, Farinella buona, mando la fortuna su questa casa. Per te, che non pensi al tuo bene, ma desideri soltanto il bene degli altri. -
E, dicendo queste parole, il Mago Bruscolino era davvero un mago contento: non era più un mago che dondola la testa così senza dire
ne no e ne si.

TORNA ALLA HP