IL CESTO DI PERE

Gaspare Gozzi

Narrano le antiche cronache ch'egli fu già in Portogallo un uomo dabbene, il quale aveva un suo unico figliuolo da lui caramente amato; e, vedendo ch'egli era di animo semplice e incline al ben fare, stavagli sempre con gli occhi addosso, temendo che non gli fosse guasto da' corrotti costumi di molti altri. Di che spesso gli tenea lunghi ragionamenti, e gli diceva che si guardasse molto dalle male compagnie; e gli faceva in quella tenerella età comprendere chi facea male, e perché facea male. Il fanciullo udia le paterne ammonizioni; ma pure una volta gli disse:

- Di che volete voi temere ? Io son certo che non si appiccherà mai addosso vizio veruno, e spero che avverrà il contrario, che essi ad esempio di me diverranno virtuosi. - 

Il buon padre, conoscendo che le parole non facevano quel frutto, ch'egli avrebbe voluto, pensò di ricorrere all'arte; ed empiuta una cestellina delle più belle e vistose pere che si trovassero, gliene fece un presente. Ma, riconosciuto a certi piccoli segnali che alcune poche di esse erano vicine a guastarsi, quelle mescolò con le buone. Il fanciullo si rallegrò, e come si fa in quella età, volendo egli vedere quanti e quali fossero le sue ricchezze, mentre le novera e mira, esclama:

- Oh padre! che avete voi fatto ? A che avete voi mescolate queste che hanno magagna con le sane ? -

- Non pensar, figliuol mio, a ciò - risposegli il padre; - queste pere sono di tal natura che le sane appiccano la salute loro alle triste. -

- Voi vedrete - ripigliò il fanciullo - che sarà fra pochi giorni il contrario. - 

Si, sarà, non sarà; il padre lo prega che le lasci per vederne la sperienza. Il figliuolo, benché a dispetto, se ne contenta. La cestellina si chiude in una cassa, il padre prende le chiavi. Il putto gli era di tempo in tempo intorno perché riaprisse; il padre indugiava. Finalmente gli disse:

- Questo è il dì, ecco le chiavi. -

Appena potea il fanciullo attendere che la si voltasse nella toppa. Ma appena fu la cestina aperta, che non vede più pere, le quali erano tutte coperte di muffa e guaste.

- Oh! nol diss'io, - grida egli, che così sarebbe stato? Non è forse avvenuto quello ch'io dissi? Padre mio, voi l'avete voluto. -

Non è questa cosa, che ti debba dare tanto dolore, - rispose il padre baciandolo affettuosamente. - Ma tu ti lagni ch'io non abbia voluto credere a te delle pere.  E tu qual fede prestavi a me, quand'io ti dicea che la compagnia de' tristi guasta i buoni? Credi tu che io non possa compensarti di queste poche  pere, che hai perdute? Ma io non so chi potesse compensar me, quando tu mi fossi guasto e  contaminato.

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