Il curato di Cucugnano

Alfonso Daudet

(Da "lettere dal mio mulino" trad. L. Orsini, Milano)

L'abate Martino era curato...di Cucugnano.
Buono come il pane, franco come l'oro, amava paternamente i suoi cucugnanesi; il suo Cucugnano sarebbe stato il paradiso terrestre, se i cucugnanesi gli avessero dato un pò più di soddisfazioni. Ma, ohimè i ragni filavano nel suo confessionale, e, il bel giorno di Pasqua, le ostie rimasero in fondo al santo ciborio. Il buon prete ne aveva il cuore addolorato, e sempre domandava a Dio la grazia di non morire prima di aver ricondotto all'ovile il suo gregge disperso.
Ora vedrete che Dio l'intese.
Una domenica, dopo l'Evangelo, Don Martino salì in pulpito.
- Fratelli miei, - diss'egli, - Credetemi se volete: l'altra notte mi sono trovato, miserabile peccatore alla porta del paradiso.
Picchiai: San Pietro mi aprì Toh ! Siete voi, mio bravo Don Martino - Mi disse - Qual buon vento vi porta ? ... E cosa volete ? -
- Mio bel San Pietro, voi che tenete il gran libro e la chiave, potreste dirmi, se non sono troppo curioso, quanti ne avete in paradiso dei cucugnanesi ? -
- Non ho niente a negarvi, Don Martino; sedetevi, vedremo la cosa insieme.-
E San Pietro prese il suo grosso libro, l'aprì, mise gli occhiali:
- Vediamo un poco: cucugnano diciamo cu... cu.. cucugnano. Eccoci, cucugnano... mio bravo Don Martino la pagina è tutta bianca. Non un'anima... tanti cucugnanesi, quante spine in un tacchino.
- Come! Nessuno di cucugnano qui ? Nessuno ? non è possibile guardate meglio...
- Nessuno, sant'uomo. Guardate voi stesso, se credete ch'io scherzi.
Io, caspita !, battei i piedi, e, con le mani giunte, gridai misericordia. Allora San Pietro: - Credetemi, Don Martino, non bisogna mettersi così il cuore in pena, poiché potrebbe prendere un accidente. Non è vostra colpa dopotutto; i vostri cucugnanesi, vedete debbono fare, certamente, la loro piccola quarantena in purgatorio.
-Per carità grande San Pietro, fate almeno che almeno io possa vederli e consolarli ! -
- Volentieri, amico mio... Prendete, mettete subito questi sandali, poiché le strade non sono belle, del resto... Ecco: sta bene... Ora, camminate dritti avanti. Vedete laggiù in fondo, voltando ? Voi troverete una porta d'argento tutta costellata di croci nere... a mano destra... voi picchierete, vi si aprirà... State sano e allegro.
E io camminai...camminai! Che corsa ! Mi viene la pelle d'oca solo a pensarvi .Un piccolo sentiero, pieno di rovi, di serpenti che fischiavano, mi condusse fino alla porta d'argento.
Pan ! Pan !
- Chi picchia ? - Mi dice una voce rauca e dolente.
- Il curato di cucugnano.
- Di...?
- Di CUCUGNANO.
- AH ! ... Entrate.


Entrai. Un grande angelo bello, con le ali scure come la notte, con una veste risplendente come il giorno, con una chiave di diamanti appesa alla cintura, scriveva, or ora, in un grande libro più grosso di quello di San Pietro...
- Finalmente, che volete che domandate ??- Disse l'angelo .
- Bell'angelo di Dio voglio sapere, sogrrave; molto curioso forse, se avete qui dei cucugnanesi.
- Dei ...?
- Dei CUCUGNANESI, delle genti di cucugnano... Io sono il loro priore...
- AH ! L'abate Martino, non è verro ?
- Per servirvi signor angelo.
- Voi dite dunque cucugnano...
e l'angelo apre e sfoglia il suo gran libro, bagnandosi il dito di saliva poiché i fogli scivolino meglio...
- Cucugnano, disse mandando un lungo sospiro - Don Martino, in purgatorio non abbiamo nessuno di cucugnano.
- Gesù ! Maria ! Giuseppe ! Nessuno di cucugnano in purgatorio ! OH gran Dio ! Dove sono dunque ?
- EH ! Sant'uomo, essi sono in paradiso.. Dove volete che siano ?
- Ma io vengo dal paradiso... - Venite di là ?!... Ebbene. - Ebbene ! NOn vi sono !...AH ! Buona madre degli angeli ...
- Che volete, signor curato ! Se non sonno ne in paradiso ne in purgatorio, non vi è via di mezzo: sono...
- Santa croce ! Gesù figlio di Davide ! AHIME! AHIME! AHIME! E' possibile !... Sarebbe una menzogna del gran San Pietro ?...Però non ho sentito cantare il gallo... AHIME poveri noi come andrò in paradiso se non ci sono i miei cucugnanesi?
- Ascoltate, mio povero Don Martino, poiché volete essere sicuro di tutto ciò, e vedere con i vostri occhi ciò che vi accade, prendete questo sentiero, passate correndo, se sapete correre... Voi troverete, a sinistra, un gran portone. Là vi informerete di tutto, Dio vi guardi.
E l'angelo chiuse la porta.

Era un lungo sentiero tutto pavimentato di brage rosse. Io barcollavo come se avessi bevuto; ad ogni passo, inciampavo, ero tutto in acqua, e ansavo di sete... Ma, in fede mia, grazie ai sandali che il buon San Pietro mi aveva prestato, non mi bruciavo i piedi.
Quando ebbi fatto molti passi falsi, zoppicando, vidi alla mia sinistra una porta... no, un portone, un enorme portone, tutto aperto, come la porta di un gran forno. OH! Figlioli miei che spettacolo ! Là, non mi si domanda il mio nome; là, nessun registro.
Là si entra ad infornate, per la gran porta, fratelli miei, come la domenica entrate all'osteria .
Sudavo a goccioloni eppure ero intirizzito; avevo dei brividi.
I capelli mi si rizzavano sul capo. puzzavo di arsiccio, con la carne arrostita, qualche cosa come l'odore che si spande nel nostro cucugnano quando Eligio, il maniscalco, brucia, per ferrarla l'unghia del suo vecchio asino. Perdevo il respiro in quell'aria fetente e infocata: udivo un clamore orribile, dei gemiti, degli urli e delle bestemmie.
- Ebbene ! Entri o non entri ? - Mi fece forandomi con il suo forcale, il demone cornuto.

- IO ? io non entro. Io sono un amico di Dio.
- Tu sei un amico di Dio ?... EH !... Tignoso ! Che vieni a fare qui ?...
- Vengo... AH ! Non parlatemene che non posso più tenermi in piedi ...Vengo...vengo da lontano ... Per domandarvi umilmente... Se... se, per caso... avete qui... qualcuno..., qualcuno di cucugnano.
- AH ! Foco di Dio fai lo stupido tu, come se non sapessi che tutti i cucugnanesi sono qui. Ecco, brutto corvo, guarda e tu vedrai come li accomodiamo qui i tuoi cucugnanesi...

E vidi, in mezzo ad uno spaventevole turbine di fiamme:
il lungo Coq-Galine, che si ubriacava così spesso, e così spesso picchiava così spesso la sua povera Clairon.
Vidi Pascal Doigt - De Poix, che faceva il suo olio con le ulive del signor Giuliano.
Vidi Babet, la spigolatrice, che, spigolando, per legare più presto il suo covone ne prendeva a manate dalla bica.
Vidi mastro Grapasi che muoveva così bene la ruota della sua cariola.
E Delfina, che vendeva così cara l'acqua del suo pozzo.
E poi Tortillard, che, quando mi incontrava che portavo il buon Dio andava dritto, col cappello in testa e la pipa in bocca... Come se avesse incontrato un cane.
E Giacomo Pietro e Tony...

Commosso, smorto di paura, l'uditorio gemeva, udendo nell'inferno spalancato, chi suo padre e chi sua madre, chi sua nonna e chi sua sorella...
- Voi comprendete bene, miei fratelli - Riprese il buon abate Martino,voi comprendete bene che ciò non può durare. Io ho la cura delle vostre anime, e io voglio salvarvi dall'abisso in cui siete tutti avviati a rotolare con la testa in giù. Domani mi metto all'opera, non più tardi di domani. E l'opera non fallirà: ecco come farò perché tutto riesca bene, bisogna far tutto per ordine.
Domani, lunedì confesserò i vecchi e le vecchie. Questo non è niente.
martedì, i fanciulli. Sarà cosa breve.
Mercoledì, i ragazzi e le giovani. Questo potrà essere lungo.
Giovedì, gli uomini. Taglieremo corto.
Venerdì, le donne. Dirò non tante storie !
Sabato, il mugnaio ! Non è troppo un giorno per lui solo...
E se Domenica avremo finito saremo ben contenti.
Vedete miei ragazzi, quando il grano è maturo bisogna falciarlo; quando il vino è spillato bisogna berlo, ecco molta biancheria sporca si tratta di lavarla, e di lavarla bene. Vi auguro la grazia . AMEN.

Ciò che fu detto fu fatto. Si fece il bucato.
Da quella memore domenica, l'odore di santità di cucugnano si respira a dieci leghe all'intorno.
E il buon pastore, Don Martino, felice e pieno di allegrezza, sognò l'altra notte che, seguito da tutto il suo gregge saliva, in processione splendente, in mezzo a ceri accesi, a un nuvolo d'incenso che olezzava e a fanciulli che cantavano in coro il Te Deum Il cammino luminoso della città di Dio.

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