Il vecchio zio e la bisnipotina
Antonio Fogazzaro
(da "Piccolo mondo antico", Mondadori, Milano)
A
una sola novitā lo zio aveva avuto voluto
adattarsi: alla scomparsa del suo vecchio cuscino.
"Luisa", diss'egli sollevando con due dita dal seggiolone il
nuovo cuscino ricamato: "porta via". E non ci fu verso di
persuaderlo. "Et capė de portall via?" Quando Luisa
sorridendo gli diede il vecchio materassino abortito, egli ci si sedette
su con un sonoro "inscė!", come se riprendesse solennemente
il possesso di un trono.
Adesso, mentre l'ombra violacea invadeva il verde delle onde e correva
lungo la costa di paesello in paesello, spegnendo una dopo l'altra. le
bianche case lucenti, egli era appunto seduto sul suo trono e si teneva
sulle ginocchia la piccola Maria, mentre Franco, sulla terrazza,
annaffiava i vasi di pelargoni, pieno il cuore e il viso di contentezza
affettuosa come se versasse da bere ad Ismaele nel deserto, e Luisa
stava sgrovigliando pazientemente una pésca di suo marito, un garbuglio
pauroso di spago, di piombi, di seta e di ami. Ella discorreva in pari
tempo col professore Gilardoni che aveva sempre qualche garbuglio
filosofico da sgrovigliare e ci si metteva molto pių volentieri con
Franco, il quale lo contraddiceva sempre, a torto e a ragione, avendolo
in concetto d'un ottimo cuore e d'una testa confusa. lo zio, tenendo il
ginocchio destro sul sinistro e la bambina sul mucchio, le ripeteva per
la centesima volta, con affettata lentezza e storpiando un poco il nome
esotico, la canzonetta:
Ombretta sdegnosa
del Missipipė
Fino alla quarta parola la bambina lo
ascoltava immobile, seria, con gli occhi fissi, ma quando veniva fuori il
"Missipipė" scoppiava in un riso, sbatteva forte le gambucce e
piantava le manine sulla bocca dello zio, il quale rideva anche lui di
cuore e dopo un breve riposo ricominciava adagio adagio, nel tono solito:
Ombretta sdegnosa...
La bambina non somigliava ne al padre
ne alla madre, aveva gli occhi, i lineamenti fini della nonna Teresa. Al
vecchio zio, che pure vedeva di rado, mostrava una tenerezza strana,
impetuosa. Lo zio non le diceva paroline dolci, le faceva, occorrendo,
qualche piccola riprensione, ma le portava sempre giocattoli, la conduceva
spesso a passeggio, se la faceva saltar sulle ginocchia, rideva con lei,
le diceva canzonette comiche, quella che cominciava col "Missipipė"
e un'altra che finiva:
Rispose tosto Barucabā.
Chi era mai Barucabā? e cosa gli
avevano domandato? "Toa Bā, toa Bā!" Diceva Maria:
"ancora Barucabā, ancora Barucabā! " Lo zio ripeteva allora la
poetica storia, ma nessuno la sa pių ripetere a me.
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