ENCICLOPEDIA

ABBA CESARE Patriota e scrittore (Cairo Montenotte 1823 – Brescia 1910). Nel romanzo "Da Quarto al Volturno: noterelle di uno dei Mille", narrò con notevole incisività e senso storico gli avvenimenti cui fu partecipe al seguito di Garibaldi. Quest’opera, pubblicata nel 1890, fu definita dal Carducci "un piccolo capolavoro".

AGOSTINI EMILIO nato a Sassetta nel 1877, collaborò a riviste e giornali e scrisse novelle e versi

ALGRONATI MARIA, oltre a qualche volumetto di versi ha scritto il bel libro "Storia degli uomini e delle fiere"

ALIGHIERI DANTE il più grande poeta Italiano, nacque a Firenze nel 1265 da Alighiero di Bellincione e da donna Bella. Sin da fanciullo imparò "per sè medesimo l'arte di dire parole per rima". Nel 1300, per avere occupato la carica politica di priore, parteggiando per i Guelfi Bianchi, fu dal partito avverso a questi condannato a morte in contumacia. Così, il nostro grande Dante, una delle più alte menti che siano mai esistite, fu costretto ad andare ramingo di corte in corte ed a conoscere il duro "scendere e salire per l'altrui scale". Morì ospite di Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, nel 1321. Tra i suoi amori, quello che lasciò traccia più durevole fu quello per Beatrice, che gl'ispirò il grandioso e meraviglioso poema della "Divina Commedia", "la Vita Nuova" e parte delle "Rime". Altre sue opere sono "Il Convivio", "il De Vulgari Eloquentia", "Le Epistole"; quest'ultime in latino. 

ALERAMO SIBILLA Pseudonimo della scrittrice Rina Faccio (Alessandria 1876 – Roma 1960). Scrisse romanzi ("Una donna"; "Il paesaggio"; "Amo, dunque sono"), poesie ("Selva d’amore") e prose liriche ("Andando e stando"; "Gioie d’occasione", "Orsa minore").

ALFIERI BENEDETTO INNOCENTE Architetto (Roma 1700 – Torino 1767). Lavorò per Carlo Emanuele III a partire dal 1759. Con il Ghidini è l’autore del palazzo ora sede della Prefettura di Alessandria. Tra i suoi progetti più importanti: il teatro Carignano e la Cavallerizza nell’Accademia Militare, a Torino; la facciata della Cattedrale, a Vercelli;il campanile di S. Gaudenzio, a Novara; la chiesa dei S.S. Giovanni e Remigio, a Corignano. Decorò inoltre, a Torino, gli interni di Palazzo Reale, all’Accademia Filarmonica di Palazzo Caraglio e del Palazzo Chiablese.

ALFIERI VITTORIO Poeta e drammaturgo (Asti 1749 – Firenze 1803). Nato da nobile famiglia, compì gli studi nella reale Accademia di Torino frequentando anche la vicina università. Tra il 1766 e il 1768 viaggiò per l’Italia e l’Europa. Nel 1777, per non sentirsi più soggetto all’arretrato governo piemontese, donò tutti i propri beni alla sorella Giulia, assicurandosi una pensione annua. Dopo aver compiuto altri viaggi pose definitivamente la propria residenza a Firenze. L’Alfieri scrisse diciannove tragedie, tre la quali "Saul" e "Mirra", considerate i suoi capolavori. Tra le ultime sue opere si ricordano: "Della tirannide", scritta nel 1777, che può essere considerata come la più indicativa della visione ideale e politica dello scrittore; "Del principe e delle lettere", tre libri composti tra il 1778 e il 1786, che contengono un elogio fervidissimo alle lettere e soprattutto alla poesia; e la "Vita", che è l’opera più importante degli ultimi anni.

ALLULI RANIERI insegnante, critico, autore di libri scolastici e dei due bei volumi per i ragazzi "Marco Polo" e "Cesare"

AMADEO GIOVANNI ANTONIO Architetto e scultore (1447 – 1552). Tipico esponente del ‘400 lombardo, a elementi rinascimentali accostò l’ornamentazione, la decorazione e il cromatismo proprio del gotico. Tra le sue opere più famose: la Cappella Colleoni a Bergamo e la facciata della Certosa di Pavia. Sulle tracce del progetto del Solari, nel 1490 innalzò il tiburio del Duomo di Milano. Nelle opere della maturità sono evidenti gli influssi dell’arte del Mantenga.  

ANDERSEN CRISTIANO 1805-1875 è il maggior novelliere della Danimarca. Pochisono i ragazzi che non conoscono le sue meravigliose "Fiabe", che sono il suo capolavoro. Qui l'Andersen è veramente grande poeta. Bellissimo anche il suo "Libro di figure senza figure", dove la luna racconta ciò che ha veduto nel suo viaggio notturno.

ANSALDO GIOVANNI ANDREA (Voltri 1584 – Genova 1638). Pittore, allievo a Genova di Orazio Cambiaso, figlio …. Più celebre Luca, affrescò il palazzo Embrici, nonché la cupola dell’Annunziata a Genova. Fra i suoi quadri da ca…… letto vanno menzionati "La Pietà", "Fuga in Egitto", " La strage degli innocenti", una "Deposizione" e "Sant' Ambrogio e l’imperatore" a Voltri. L’Ansaldo seguì il g….. degli artisti lombardi (Morazzone, procaccino e altri) sp…. Per quanto riguarda la drammaticità della composizione subì notevolmente l’influenza della luminosità tipica di Paolo Veronese.

ASSERETO BIAGIO Ammiraglio e cancelliere della Repubblica marinara di Genova. Visse tra il XIV e il XV secolo. Fu castellano di Recco e Portofino. In qualità di ammiraglio sconfisse nel 1435, presso l'isola di Ponza, la flotta dio Alfonso V d'Aragona, facendo migliaia di prigionieri, fra cui lo stesso re ed i suoi fratelli; ma avendo liberato i prigionieri su richiesta di Filippo Maria Visconti duca di Milano, fu bandito da Genova ove poté tornare solo nel 1443 al seguito degli Adorno.

ASSERETO GIOACCHINO (Genova 1600-1649) Pittore, allievo del Borzone e dell'Ansaldo, subì l'influsso anche di Rubens e Van Dick. Sue opere principali sono gli affreschi della Chiesa dell'Annunziata a Genova; la "Circoncisione", il "Martirio di San Bartolomeo", "Giobbe deriso",. L'Assereto occupa un posto di rilievo nella pittura ligure soprattutto per l'influenza che esercitò sui suoi discepoli.

ARIOSTO LUDOVICO il più grande poeta del Rinascimento, nacque a Reggio Emilia nel 1476 da Niccolò e da Daria Malaguzzi. Sin da fanciullo si dedicò allo studio delle lettere, componendo specialmente carmi latini. Quando, nel 1500, il padre morì, Ludovico dovette assumersi le cure della famiglia ed entrò al servizio del cardinale Ippolito d'Este, presso cui stette circa 17 anni, in capo ai quali, stanco del servire, rifiutò di seguirlo in Ungheria. Trascorse il rimanente della vita a Ferrara sotto la protezione del duca Alfonso e si spense nel 1533. Il suo capolavoro è il poema romanzesco l'"Orlando Furioso", una delle gemme più fulgide della letteratura italiana. Scrisse anche cinque commedie, imitando con sagacia Plauto e Terenzio, sette satire e diversi componimenti in latino.

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