Nei secoli lontani, dove ora si stende la verde Lombardia
luccicavano le azzurre acque dell'Adriatico; poi a poco a poco i detriti portati
dai fiumi alpini e dai ghiacciai colmarono la grande vallata che si coperse di
foreste e di acquitrini. Ai limiti di questa terra dapprima si spinsero gli
Umbri e gli Etruschi e i primi villaggi sulle palafitte si trasformarono a poco
a poco nelle città di pietra: le acque vennero incanalate, i colli si
coronarono di vigneti.
Poi dal Nord scesero i Galli: più tardi, i Romani li combatterono e stabilirono
il loro dominio in Lombardia, da loro chiamata Gallia Cisalpina. Quando l'Impero
romano si divise in quelli d'Oriente e d'Occidente, Milano divenne sede
imperiale al posto di Roma. Nel 313, da questa città, Costantino proclamò
l'editto che assicurava la libertà di culto ai cristiani.
Ma, con la caduta dei Barbari, la Lombardia dovette subire a lungo le loro
devastazioni; poi divenne per due secoli dominio dei Longobardi dai quali prese
il nome. Carlo Magno li sconfisse e cominciò il periodo feudale. Ben
presto la forte tempra lombarda prevalse sugli usi servili e le città si
eressero a liberi Comuni.
Comincia così il periodo più glorioso della storia lombarda.
Gli imperatori tedeschi, che si consideravano eredi del Sacro Romano Impero di
Carlo Magno, tentarono di sottomettere le città comunali. Il feroce Federico I,
detto Barbarossa, scese in Italia, distrusse le più forti città e votò Milano
allo sterminio. Ma i liberi Comuni si unirono nella Lega Lombarda e, stretti
intorno al Carroccio, al suono della campana Martinella, nella battaglia di
Legnano sconfissero il Barbarossa.
Il fio fiore della gioventù milanese, la "Compagnia della morte",
decise le sorti della battaglia.
Più tardi in ogni città la famiglia più potente prevalse e a quella dei
Comuni seguì l'epoca delle Signorie: meno libertà ma più tranquillità.
I grandi signori lombardi, gli Sforza, i Gonzaga, i Visconti, furono mecenati
delle menti più illustri: le arti e le scienze ebbero un meraviglioso sviluppo.
Leonardo Da Vinci che, dal 1482, fu a Milano, ai servizi di
Ludovico il Moro, studiò il regolamento del corso dei Navigli con le ingegnose
chiuse, che servirono più tardi da modello persino nella costruzione del canale
di Panama. Castelli, ville, abbazie ci ricordano quel periodo storico. Fra le
più celebri chiese è il Duomo di Milano, iniziato nel 1386.
Tutta l'arte e la cultura del Rinascimento ebbero qui una mirabile espressione.
Dei Lombardi il Papa Alessandro VI diceva che "erano il quinto elemento del
mondo" e ancor oggi a Londra la via "Lombard Street" ricorda
l'influenza che i banchieri lombardi avevano nella finanza di tutta Europa.
Purtroppo, proprio Ludovico il Moro, per prevalere sui suoi nemici, chiamò in
Italia un re francese: cominciarono così le invasioni straniere e anche la
decadenza della regione.
Per fare un solo esempio, durante la dominazione spagnola, le sue 600
manifatture laniere si ridussero solamente a 60.
Poi, nel Lombardo Veneto dominato dall'Austria, passò vittorioso Napoleone. Il
Regno Italico, da lui istituito, fece balenare nell'animo dei migliori un breve
sogno d'indipendenza, subito spento. Caduto Napoleone, l'Austria tornò a far
sentire più duramente il suo giogo. Allora il sogno di libertà divenne
aspirazione più consapevole: e seguirono le cospirazioni, le lotte e i
sacrifici del nostro Risorgimento.
Chi non ricorda le Cinque Giornate di Milano, le Dieci di Brescia, i martiri di
Belfiore, le purissime figure di Confalonieri, Maroncelli, Sciesa?
Chi non sa che le città lombarde diedero il massimo contributo all'impresa dei
Mille?
Nel 1859, con la fine vittoriosa della seconda guerra d'Indipendenza, la
Lombardia fu finalmente libera e unita al regno del Piemonte,
Dopo che il regno del Piemonte divenne il regno d'Italia, questa regione si
distinse subito come la più attiva e la più ricca della penisola. Dalla
Lombardia uscirono i primi grandi capi dell'industria e del commercio.
Vennero le guerre mondiali e le città lombarde conobbero la rovina e la
distruzione, ma con incredibile rapidità si iniziò la ricostruzione.
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