La storia dell'Abruzzo si confonde con quella del Molise, con il
quale per lungo tempo ha formato un'unica regione. Numerosi furono i popoli che
si stabilirono qui: i Frentani, sulla spomda dell'Adriatico; i Marsi, intorno al
lago di Fucino e quel territorio che ancor oggi si chiama Marsica; i Marrucini,
sulla riva destra dell'Aterno inferiore, dove ora sorge Pescara; i Peligni,
nella grande vallata dell'Alterno, dove fondarono la città di Corfinio; i
Sanniti, che risiedevano a sud di Corfinio, e che furono i più temibili
avversari di Roma. Da essi prese poi nome tutta la regione, che anticamente si
chiamò appunto Annio.
Gli antichi popoli d'Abruzzo, fieri e bellicosi, contrastarono tenacemente
l'avanzata di Roma, arroccandosi tra i monti e nelle valli più impervie. Si
combatterono per lunghi anni dure guerre, dette sanniche. La prima, dal
343 al 341 a.C., fu motivata dal fatto che i Romani presero le difese di Capua.
I Snni dovettero ripiegare e Capua divenne alleata di Roma. La seconda di queste
guerre vide la vittoria dei Sanni a Caudium nel 321, mentre la terza nel 268,
segnò la sconfitta e la sottomissione di questo popolo.
Per parecchi anni le genti d'Abruzzo rimasero alleate a Roma, ma nel 91 a.C.,
unitesi in nella Lega Italica, insorsero. E' in quell'occasione che,
nella città di Corfinio, capitale della Lega, furono coniate monete col nome
"Italia".
La nuova guerra con Roma fu terribile, estenuante: le tribù dei Marsi
condussero all'attacco tutti gli altri popoli, e la potenza di Roma, davanti
all'irruzione loro, sembrò vacillare.
Ben presto, tuttavia, i Romani ripresero il sopravvento, assoggettando gli
insorti e concedendo loro la cittadinanza romana.
Nei primi anni dell'Impero, quando Augusto divise in undici
regioni l'Italia, il Sannio fu la quarta, nel basso Impero fece parte, invece,
della provincia Valeria.
L'influsso della civiltà romana, tuttavia, si fece sentire molto poco in questa
regione, isolata da altre montagne.
Caduto l'impero di Roma, la regione subì gli assalti dei barbari: dapprima i
Longobardi, che unirono la parte settentrionale della regione, l'Abruzzo, al
Ducato di Spoleto
Vennero poi i Franchi, che lasciarono immutato l'ordinamento dei Longobardi.
Nell'anno 843 la zona centrale fu proclamata autonoma ricevendo il nome di
Marsia.
Nel XII secolo papa Adriano IV consegnò la regione al re normanno Guglielmo I,
che tuttavia entrò in possesso solo del Molise, mentre l'Abruzzo entrò
nell'orbita degli Svevi.
Normanni e Svevi, dunque, ai quali seguirono Angioini, Aragonesi, Castigliani,
ebbero il dominio della regione fino al 1735, anno in cui passò ai Borboni di
Napoli: furono secoli di avvilente servitù.
Il malcostume e la corruzione, presenti soprattutto all'epoca della dominazione
spagnola, gettarono nella miseria la popolazione, che serbò tuttavia la
fermezza sdegnosa del carattere.
Finalmente, nel 1860, la spedizione dei Mille liberò anche l'Abruzzo dagli
oppressori stranieri e l'unì all'Italia.
La regione diede i natali a molti uomini illustri: il grande poeta latino
Ovidio, lo storico Sallustio, il filosofo Benedetto Croce, il poeta Gabriele
d'Annunzio.
Nell'ultima guerra, l'Abruzzo fu duramente provato dalle distruzioni e dai
saccheggi. Danneggiati gravemente furono il centro turistico di Roccarasa,
Alfedena, Castel si Sangro, Avezzano, già colpita nel passato da un violento
terremoto. Francavilla fu completamente distrutta dai Tedeschi.
Ma il tenace animo abruzzese riprese senza scoraggiamenti il lavoro ed ora la
sua terra è fra le più attive.
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