ITALIANO

STORIA DELL'

EMILIA ROMAGNA

All'età del bronzo e del ferro, l'Emilia era coperta di vastissimi acquitrini e popolata di villaggi di palafitte, nei quali i primi abitanti liguri ed umbri vivevano di caccia e di pesca.
Seicento anni prima di Cristo gli Etruschi scavarono canali di prosciugamento e così sorsero le prime città: Bologna, Ravenna, Rimini, Cesena, Modena, Parma; e anche Misa e Spinea, poi sepolte per secoli e solo recentemente scoperte.
Sotto i Romani, la regione fu chiamata Gallia Cispadana o Cisalpina; sorsero nuove città.

Quando l'Impero Romano decadde, Ravenna, inespugnabile tra le sue paludi e per la poderosa cerchia di mura, divenne la capitale dell'Impero d'Occidente. Fu poi sede dei primi re barbari, Odoacre e Teodorico, e più tardi dell'Esarca, rappresentante dell'impero d'Oriente.
vennero poi i Longobardi che s'impadronirono di molte regioni italiane, ma non riuscirono ad assoggettare tutta l'Emilia. Difatti, la parte della regione che rimase sotto l'autorità dell'imperatore romano d'Oriente prese il nome di Romania, la moderna Romagna.
I Longobardi tentarono più volte di attaccare Roma, perciò il Papa chiamò in soccorso i Franchi: questi ultimi vinsero e lasciarono le contrade emiliane ai feudatari della Chiesa.
Col tempo, il pesante giogo che marchesi e conti avevano imposto alle popolazioni divenne intollerabile, finché i feudatari furono cacciati.
Sorsero allora i Comuni, retti da consoli e da podestà. Tra le prime città a rendersi indipendenti furono Bologna, Piacenza, Modena e Reggio. Da ricordare che a Bologna fu costituita, in quel periodo, e cioè nel 1158, la prima Università d'Italia. Poi i Comuni cominciarono a combattersi l'un l'altro, e da queste discordie trassero vantaggio le famiglie più potenti, che verso il 1300, cominciarono a conquistare il potere nelle varie città.

Ebbe inizio così il periodo delle Signorie, che vide il fiorire di grandi famiglie, alcune delle quali diedero forte impulso alle arti e al progresso.
La più celebre di queste famiglie fu quella degli Estensi, che ebbe il suo centro a Ferrara: la città, per opera loro, fu adornata da splendidi palazzi e di solenni edifici pubblici. Grandi mecenati furono anche i Farnese, i Visconti a Piacenza e i Malatesta a Rimini
Nel '700 la regione era costituita dai seguenti stati:
 - La Romagna e parte dell'Emilia sotto il governo pontificio;
 - il Ducato di Parma e Piacenza, governato dalla famiglia Borbone;
 - Modena e Reggio, governate dalla famiglia d'Este.
Dopo la Rivoluzione francese l'assetto politico dell'Emilia fu sconvolto: Napoleone venne in Italia nel 1796 e fu accolto con entusiasmo dai patrioti, che vedevano in lui l'esponente delle nuove idee di libertà e di progresso. Nell'occasione venne adottata dai Patrioti della Legione Lombarda, combattenti sotto Bonaparte, la bandiera tricolore che in seguito, nel 1797, veniva a Reggio Emilia riconosciuta come vessillo ufficiale della Nazione.
Sorse la repubblica Cispadana, che fu poi unita alla Cisalpina costituendo il Regno Italico, retto da Napoleone.
Questo periodo, tuttavia fu breve: alla morte del grande imperatore, l'Emilia fu nuovamente smembrata. Bologna e la Romagna entrarono a far parte dello Stato Pontificio; i territori di Parma e Piacenza passarono a Maria Luisa d'Austria, vedova di Napoleone; quelli di Modena e Reggio a Francesco IV d'Austria.
Ma ecco finalmente il glorioso periodo del Risorgimento.
Chi non ricorda i moti di Modena del 1831, conclusi col martirio di Ciro Menotti?
 - Viva VERDI! (V.E.R.D.I. - Vittorio Emanuele Re D'Italia) - gridavano gli Italiani, esaltati dalle opere dell'insigne musicista di Busseto. E nel suo nome riassumevano l'ansia di libertà.
Nel 1848 l'Emilia insorse contro gli Austriaci; nel '59 fu libera e nel '60, con un plebiscito, fu annessa al Piemonte per formare poi, con le altre regioni libere, il Regno d'Italia.

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