ITALIANO

STORIA DEL

LAZIO

La storia del Lazio, secondo la leggenda, cominciò quando il dio Saturno vi si nascose per fuggire alle ire di Giove. In realtà, fin da tempi remoti, la regione fu abitata da varie popolazioni: Etruschi, Volsci, Sabini, Equi, Rutuli, Ausoni, Latini, Marsi, Ernici.
Tra questi popoli i più potenti furono i Sabini, perché lo loro piccole città erano già alleate fra loro.
Secondo la leggenda, Enea, fuggendo da Troia incendiata, giunse al Tevere e fuse la civiltà del suo popolo con quella dei Latini, abitanti del territorio. Dai discendenti di Enea nacquero i fondatori di Roma.
La città, a poco a poco, unificò sotto il suo domino il Lazio, e in seguito tutta la penisola italica.
Dapprima potenza esclusivamente terrestre, Roma, per resistere a Cartagine e dominarla, si slanciò audacemente sul mare. Creò rapidamente una flotta e nel volger dei secoli dominò il Mediterraneo, che chiamò "Mare Nostrum". Estese poi il suo potere pressocché su tutte le terre del mondo allora conosciuto.
Dove arrivava Roma, si gettavano ponti, si costruivano acquedotti, anfiteatri, templi; si estendevano strade che univano popolo a popolo sulle quali scorre ancora il traffico odierno.

Tre secoli prima di Cristo, fu tracciata la Via Appia, da Roma a Capua e a Brindisi; poi la Via Flaminia, che giungeva, attraverso l'Umbria, a Rimini; la Via Aurelia lungo il litorale tirrenico, ligure, e oltre, fino a Arles; la Via Cassia, verso Firenze, la Via Emilia, da Piacenza a Rimini e ad Aquilea, e a ovest ad Aosta. Lungo queste strade marciavano i legionari romani.
L'unificazione di questo immenso impero rese più facile la diffusione del Cristianesimo nel mondo. Da Roma, secondo il precetto di Cristo "Andate e battezzate tutte le genti", partirono apostoli per recare la "buona novella".

Quando la potenza di Roma fu abbattuta dall'imperatore dei barbari, la superba città "caput mundi" conobbe l'onta dell'invasione, del saccheggio, della distruzione.
Dopo la morte di Teodorico, scoppiò in Italia la guerra gotico-bizantina; il Lazio fu percorso dagli eserciti di Vitige, di Totila, di Belisario, di Narsete, che con la guerra portarono lutti e rovine tra la popolazione.
Roma fu occupata ed assediata a lungo, ora da Belisario, ora dagli Ostrogoti; ed ogni volta che veniva espugnata, la soldataglia la metteva a sacco.
Successivamente la regione fu parzialmente occupata dai Longobardi, mentre il resto del territorio rimase ai Bizantini.
Così, di guerra in guerra, Roma fu spogliata di tutti i suoi tesori e la popolazione diminuì vertiginosamente.
Dopo l'anno 1000, l'Europa iniziò la rinascita. I Papi affermarono la loro autorità e la loro supremazia su qualunque principe, ma poiché gli imperatori del Sacro Romano Impero non accettarono mai questa affermazione, tra le due potenze si accese una lotta che durò secoli. Verso la prima metà del Cinquecento, però, i Papi poterono governare incontrastati sulla regione. Da allora, il Lazio seguì le sorti dello Stato Pontificio.
Nel 1859/1860, dopo la guerra vittoriosa contro l'Austria, dopo la leggendaria spedizione dei Mille nell'Italia Meridionale, dopo i plebisciti che portarono una ventata di libertà in Italia, dallo Stato Pontificio si attaccarono l'Umbria, le Marche, l'Emilia e la Romagna. Al Papa rimase solo il Lazio.
I patrioti italiani tentarono più volte di unire alla patria questa regione: Garibaldi, i fratelli Cairoli e molti altri.
Nel 1870, alla fine i soldati italiani entrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia. Fu la fine del potere temporale dei Papi, ai quali rimase soltanto la sovranità sul minuscolo Stato della Città del Vaticano.

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