Nell'anno 1644, in una casetta di Torino viveva una famigliola
povera ma felice. Il padre faceva il calzolaio, la madre, Rita Molar, si
occupava della casa e della piccola Margherita, l'unica figlioletta.
Un bel giorno d'aprile, madre e figlia si misero lietamente in cammino:
bisognava portare il grano al mulino, perché la madia era quasi vuota.
Era una festa per la donna e per la bimba quella bella passeggiata ed era anche
l'occasione per far visita alla mugnaia, cara amica di famiglia.
Giunta al mulino, la giovane donna depose con un sospiro di sollievo il pesante
sacco e abbracciò Giuseppina, l'amica. Il mugnaio frattanto, rovesciava il
frumento nella tramoggia.
Mentre la mola girava frantumando il grano, la piccola Margherita correva
intorno, osservando ogni cosa con grande interesse. Vide una misteriosa
porticina e, non sapendo frenare la sua curiosità, l'aprì di colpo...
Ahime! Sovrastava proprio la ruota del mulino e, trascinata dallo slancio, la
bimba volò nel gorgo. Un urlo spaventoso: già le pale avevano afferrato il
corpicino che affiorò due volte dal gorgo e poi sconparve.
La madre, trattenuta a stento dagli amici, mentre i lavoranti del mulino, con
lunghe pertiche, tentavano di recuperare almeno il corpicino straziato, si
lasciò cadere in ginocchio davanti a un'immagine della Madonna posta su un
pilone presso il torrente.
Sapeva di chiedere l'impossibile: pure le parve che la Vergine si muovesse e
trasvolasse leggera sulle acque turbinose del gorgo.
E, mentre dalla folla prorompeva un grido: "Miracolo, miracolo!", si
vide la bimba emergere viva dal fiume e tendere le braccia invocando la mamma.
La Madama reale, Maria Cristina di Savoia, volle che attorno al pilone sorgesse
una chiesa, a ricordo del prodigio.
Ancora oggi la popolazione piemontese chiama il bel Santuario: "La Madonna
del pilone".
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