Un giorno il diavolo, in una delle sue escursioni per il mondo,
in cerca di anime da portare all'inferno, arrivò sul Colle Metallifere, e si
guardò attorno.
- Non c'è nulla, qui, per me?
Macché!...Tutta brava gente laboriosa! Coglievano castagne e cacciavano
cinghiali nelle selve, dissodavano con l'aratro la terra rossa; i butteri
conducevano i buoi al pascolo o scavavano la terra in cerca di torba.
- Peuh! - disse il diavolo indignato, - sono poveri e non rubano neppure!
Allora pensò di vendicarsi.
- Porterò io un po' d'inferno in questa terra benedetta! - decise .
Sprofondò sotterra e cominciò a soffiare.
- Che cosa succede, ora? - si domandavano spaventati gli abitanti.
Dalla terra uscivano spruzzi d'acqua bollente, sibilava il vapore, fiumi
puzzolenti toglievano il respiro...una nube opaca ottenebrava l'aria.
- Noi non abbiamo fatto niente di male...non dobbiamo temere niente!
- conclusero finalmente gli abitanti.
- Se Dio l'ha promesso, anche questo strano fenomeno servirà a qualcosa.
E pacifici si rimisero al lavoro.
Ma poi pensarono che forse si poteva utilizzare anche un così strano fenomeno
della natura.
Fabbricarono delle grosse cupole in muratura che coprivano i soffioni,
imbrigliandone così il vapore e ne ricavarono con i mezzi ingegnosi l'acido
borico.
Quando il diavolo vide che quella gente straordinaria, dalle sorgenti d'inferno
traeva ricchezza, sprofondò con un urlo di rabbia nel suo regno.
Ma i soffioni rimasero, con le centrali elettriche a cui danno vita, e le
fabbriche che sorgono sempre più numerose nei dintorni sembrano innalzare un
inno ai prodigi del lavoro e della tecnica umana.
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