Nell'età della pietra, inseguendo sui monti orsi e lupi, i
Liguri scoprirono la bella regione trentina e ne occuparono le caverne.
Nell'età del bronzo, arrivarono altre popolazioni, che costruirono i villaggi
sulle palafitte: se ne sono scoperti i resti nelle acque del Lago di Ledro.
Giunsero poi Umbri, Etruschi e Galli, che costruirono villaggi fortificati,
cominciarono a lavorare la terra, ad allevare il bestiame, a costruire dighe per
frenare la violenza dei fiumi, a bonificare le paludi intorno all'Adige.
A costoro si dive la fondazione di Trento.
Nel primo secolo a.C., per opporsi ai Cimbri che scendevano lungo la Valle
dell'Adige, i Romani entrarono nel Trentino.
A lungo dovettero combattere per respingere quei barbari del nord, ma finalmente
riuscirono a debellarli.
La conquista romana fu in generale pacifica e, nel 49 a.C., Trento fu dichiarata
municipio romano.
Per frenare l'invasione dei Rezi, che dal Passo del Brennero compivano continue
incursioni, Druso, figliastro di Augusto, conquistò il loro territorio e ne
fece la provincia della Retia. Assicurò così un lungo periodo di pace al
Trentino e All'Alto Adige, che Augusto riunì alla regione italica detta
Venezia.
I Romani costruirono allora la strada Claudia Augusta, che giungeva fino in
Germania.
In questo periodo di prosperità, cominciò la penetrazione del cristianesimo,
che molto dovette lottare contro la superstizione pagana annidata nelle vallate
più interne.
Ne fu martire San Vigilio, amico di Sant'Ambrogio, che subì il martirio, appena
ventenne, in Val Rendena.
Seguì il periodo delle invasioni barbariche, che culminò
l'occupazione longobarda nel 569.
Il Ducato costituito dai Longobardi nel Trentino lottò a lungo contro i Bavari,
finchè Autari, re dei Longobardi, sposò la bavarese Teodolinda, la saggia
regina che convertì il suo popolo al cristianesimo e fece costruire il Duomo di
Monza.
Cominciò allora la convivenza di popoli di lingua tedesca e di lingua italiana:
nelle varie vicende storiche, prevalsero ora gli uni ora gli altri. Durante
l'occupazione dei Franchi, Carlo Magno considerò la regione l'ultima Marca
Italica verso il nord; durante l'occupazione tedesca, l'imperatore Ottone I la
considerò l'ultima regione tedesca verso il sud.
Intanto, a mano a mano, s'affermò l'autorità dei Principi Vescovi di
Bressanone e di Trento, che dominarono su tutto il Trentino, continuamente
combattuti dai conti tedeschi.
Nel 1363, Margherita, ultima Contessa del Tirolo, lo cedette alla Casa
d'Asburgo.
Col titolo di Imperatori del Sacro Romano Impero, gli Asburgo governarono più o
meno direttamente il Trentino e l'alto Adige per cinque secoli, senza tuttavia
riuscire a distruggerne l'italianità.
Nel 1406 per circa un secolo, la Repubblica di Venezia contese la regione agli
Asburgo e lasciò benefiche tracce del suo dominio.
Vi furono, di tanto in tanto, sollevazioni contro il duro governo straniero; vi
furono periodi di sommosse all'epoca dell'insorgere del protestantesimo. Poi
tornò la calma quando salì il Vescovado di Trento Bernardo Clesio, italiano di
grande intelligenza, che riuscì a fare di Trento uno dei più attivi centri del
Rinascimento italiano.
Nel 1545 fu indetto il Concilio di Trento, che durò fino al 1563 e portò alla
regione grande prosperità.
Seguì un periodo di oppressione.
All'epoca dell'invasione napoleonica, il Trentino e il Bolzanese vennero uniti
al Regno Italico, e per vent'anni i patrioti ebbero un periodo di tranquillità
e di pace.
Ma nel 1815 la regione fu restituita alla casa d'Austria, che trasferì la
capitale del Tirolo da Trento a Innsbruck.
Cominciò il Risorgimento.
Nel 1848, scoppiò a Trento una sommossa: si creò la Guardia Nazionale e si
chiese la separazione dal Tirolo.
Dopo solo un mese la rivolta venne repressa duramente: i patrioti furono
fucilati nelle fosse del Castello del Buon Consiglio.
Cominciò allora un lungo periodo di gloriosa resistenza segreta.
Solo nel 1918 l'eroica città di Cesare Battisti e di Fabio Filzi vide
finalmente sventolare il tricolore sulla torre del Buon Consiglio.
Dopo la seconda guerra mondiale, il Trentino e l'Alto Adige furono uniti in
regione autonoma a statuto speciale.
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