ITALIANO

STORIA DELLA

Negli antichissimi tempi, la Valle d'Aosta era tutta occupata dai ghiacciai, che a poco a poco le diedero l'attuale configurazione, ritirandosi e lasciando detriti e morene tra cui serpeggiavano i torrenti.
Si vuole che i primi a giungere in queste terre siano stati i Liguri.
Nell'età del bronzo, poi, i Valdostani facevano scambi con le tribù stabilite intorno ai laghi svizzeri, portando loro spade, collane, braccialetti, utensili foggiati con metalli delle miniere di cui abbonda la Valle.
Agli albori della storia, troviamo stabilito in queste terre il fortissimo e laborioso popolo dei Salassi.
Ben asserragliata nelle sue montagne, questa bellicosa gente seppe tenere in rispetto persino le legioni romane, che già avevano sottomesso le terre che ora formano la Francia, la Svizzera, la Germania ed erano costrette, per giungervi, ad aggirare la Valle, con gran spreco di tempo e di forze.
Nel 141 a.C. il Console Appio Claudio, deciso ad occupare la Valle, dapprima vi subì una terribile sconfitta, ma poi riuscì a prevalere, sottomettendo in parte i Salassi che rifugiati sui monti, assalivano i Romani.
Allora cominciò la costruzione della grande strada consolare, lunga solo un centinaio di chilometri, ma notevole per le difficoltà superate.
Dove la strada si biforca, per giungere ai Passi del Piccolo e del Gran San Bernardo fu fondata Augusta Pretoria, la moderna Aosta.

Ma poiché gli assalti dei Salassi non cessavano, il Console Varrone, con un tradimento, circondò di sorpresa i villaggi e vendette come schiavi trentaseimila uomini. La Valle d'Aosta divenne così una colonia romana.
Alla caduta dell'Impero Romano, la Valle fu invasa dai Burgundi o Borgognoni; fu annessa al loro regno per cinque secoli, tra continue traversie dovute all'invasione dei Longobardi, dei Franchi, dei Saraceni...
In mezzo a tante sciagure, i valligiani furono difesi dai Vescovi Conti, che avevano ricevuto dai Re di Borgogna il potere civile da esercitare insieme a quello religioso.
Nel 1302, morto l'ultimo re di Borgogna, ognuno dei nobili, che spadroneggiavano dai loro settantadue castelli, cominciò a lottare per predominare sugli altri.
L'Imperatore, per porre freno alla situazione, nominò Umberto Biancamano luogotenente generale. Questi seppe pacificare la Valle e ottenere così il titolo di Conte d'Aosta.
Poiché il malcontento dei nobili, avidi di potere, e dei popolani oppressi continuava, il nono conte di Savoia, Tommaso I, nel 1191 istituì la "Carta delle franchigie" o carta della libertà valdostana, che garantì la pace e la libertà della popolazione.
La "Carta delle franchigie", ampliata in seguito da Tommaso II e da Amedeo V di Savoia, fu importantissima perché, servendo di base ad ogni ordinamento, impediva i soprusi.
Ogni volta che un Savoia succedeva al predecessore, giurava di rispettare questo Statuto valdostano e non si aprivano le "Udienze generali" senza rinnovare tale giuramento.
Quando i Sovrani cominciarono a trascurare le Udienze generali, si andò rafforzando il "Consiglio Comunale d'Aosta" che prese ben presto il nome di "Assemblea degli Stati Generali" e cominciò a governare la Valle, indipendentemente dall'autorità del Sovrano, al quale tuttavia si conservò sempre fedele.
La fierezza valdostana seppe sventare un altro pericolo: nel 1535, Calvino andò ad Aosta sperando di farne un Cantone protestante svizzero. Ma nobili, prelati e popolo, riuniti in assemblea, protestarono vivacemente e Calvino fu costretto a fuggire travestito.
Passarono le bufere dell'invasione francese al tempo delle guerre tra Francia e Spagna, passò l'uragano della Rivoluzione Francese; e sempre la Valle seppe riconquistare la sua libertà.
Durante il Risorgimento e le due guerre mondiali, la Valle d'Aosta partecipò con entusiasmo alle fortune d'Italia,
Il 7 luglio 1945 la regione fu riconosciuta autonoma; tenacemente unita all'Italia, ma fiera delle sue antiche franchigie.

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