Stelluccia

POESIE

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ITALIANO

STELLUCCIA

Luigi Orsini

(da "Le Campane d'Otodònico". L'Eroica, Milano)

C'era una volta una bimba assai bella
che su la fronte ci aveva una stella.

Babbo era morto, era morta la mamma:
Stelluccia in core teneva una fiamma.

Grande era il monte, piccino l'asilo:
Stella campava con l'ago e col filo.

Lunghe, le trecce?... Ma chiome di salce!
Bionde?... Ma grano, sottesso la falce!

Gli occhi?... La spera tranquilla d'un lago:
lei?... O Dio, sola, col filo e con l'ago!

Babbo era morto, la mamma era morta.
Buia la notte. Chi picchia a la porta?

Nessuno. E' il vento che scuote le fratte;
ma il cuore piccolo, ohimè, come batte!

O pure è l'acqua che scroscia?... - Sono io !
Un pò di pane per grazia di Dio!...-

Vento, acqua, core... ma dunque chi è ?...
- Solo un pochetto, un pochetto per me! -

Sì, acqua, gelo... ma là c'è un lamento
d'uomo, là fuori, tra i fischi del vento !

Babbo era morto, la mamma era morta.
Stelluccia aperse, tremando, la porta.

Oh come bianca ! Ma l'uomo era nero
come il mistero d'un fosco pensiero.

Ma poi diceva parole sì care
che quella bimba fu presto a mancare:

parole dolci d'amore e di pianto,
come sa dirle la mamma soltanto

perchè, bambini, dormiate sreni,
quando a cullarvi si schianta le reni.

L'uomo, ecco, siede. La bimba gli dice:
" Troppo di neve coprì la pendice !

Poco il cruscello, ma molta la crusca ;
molto si frusta, ma poco si busca !"

E sì dicendo, un panetto gli diede :
lunga giornata, ma corta mercede.

Babbo era morto, la mamma era morta.
L'uomo mangiava: la bimba era assorta,

fra sè dicendo, pian piano, bel bello:
"...troppa la crusca, ma poco il cruschello !".

L'uomo levossi; ma, giunto a la soglia,
disse : - Piccina, qual è la tua coglia ?...

Dimmi, che brami, piccina gentile ?
Vuoi tu collane, perline, un monile,

o un bel palazzo nel mezzo a la valle,
con dentro uccelli,, pescetti, farfalle ?...

E lei : "Sapete, che voglia mi punge !"
Ma la mia voce tant'alto non giunge...

Or ve lo dico pian piano... Così...
E glielo disse : e l'uomo nero sparì.

Ecco: e Stelluccia era tanto felice !
Fuor, ne la notte, fioria la pendice.

Babbo era morto, la mamma era morta...
Or cos'accade ?... S'abbatte la porta...

sgriccian le mura... non c'è più la neve
lei sembra farsi più bianca, più lieve,

sentia rapirsi sù, alto, con l'ale,
in mezzo a tutto un chiarore immortale...

Rivide il babbo, la mamma sua bella...
e poi, sapete ?... divenne una stella.

 

 

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