Il gattino nel fiume
Una dozzina di bambini, maschi e femmine, in processione si
avviano verso il ponte del fiume. A capo di tutti una bimba novenne con un
gattino appena nato in braccio. Gli altri bambini tengono in mano, ciascuno, un
pugno di sassolini. Chiesto alla bimba che intendesse fare di quel gattino,
risponde con semplicità affettuosa, carezzando la bestiola: "La gattina
sua mamma ne ha fatto tre e non può allattarli tutti. Bisogna quindi gettarne
uno a fiume". E la processione continua fino a mezzo del ponte. Là si
ferma. La bambina bacia e carezza il gattino che passa di mano in mano carezzato
e baciato finché, tornato alla bimba, questa lo lascia dolcemente cadere dal
parapetto nell'acqua. E ogni bambino getta i suoi sassolini nel luogo dove cadde
il gattino. Tutto avviene con compostezza rituale e affettuosa serenità. Così
dovevano celebrarsi le antiche primavere sacre, i religiosi sagrifici umani non
fatti per crudeltà, ma per pietà.
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