La Puglia, slanciata come un molo verso l'Oriente, al centro del
Mediterraneo, col massimo sviluppo costiero fra tutte le regioni italiane, fu
sempre esposta alle invasioni e agli attacchi stranieri: le sue coste infatti,
non hanno una barriera di scogliere; le sue basse sponde sono indifese
Antichissime civiltà vi fiorirono.
Ancor oggi, sull'estrema punta del Salento, a Patù, si trovano le "Cento
pietre", costruzioni megalitiche fatte con massi di pietra sovrapposti.
Japigi e Peuceti, popoli guerrieri, scorazzavano sui cavalli che la leggenda
dice discendessero dai famosi cavalli di Diomede, l'eroe della guerra troiana,
che si era rifugiato sotto il Gargano, verso il secolo VII a.C., forti colonie
greche si stabilirono sulle coste dello Jonio nei luoghi che poi presero il nome
di Magna Grecia.
Vi fiorì Taranto che,già allora, aveva più di centomila abitanti.
Giunsero i Romani e unificarono tutta la regione, formandone la seconda delle
undici regioni in cui Augusto aveva diviso l'Italia.
Quando cadde l'Impero Romano di Occidente, la storia della Puglia divenne un
susseguirsi di invasioni, incursioni e devastazioni.
Saraceni e Bizantini se la contesero.
I Turchi, da Durazzo, sull'altra costa dell'Adriatico, giungevano spesso per le
loro razzie che si concludevano in stragi. In una notte sola, a Otranto, la
scimitarra maomettana fece cadere dodicimila teste e della infelice città non
rimasero che rovine.
Qui si accompagnano i Crociati, giunti da ogni Nazione cristiana per liberare il
Sepolcro di Cristo.
Venezia tentò di impadronirsi della regione per avere un porto verso l'Oriente
e persino Lodovico il Moro avanzò pretese per quella terra.
Le città si popolarono di baroni, si eressero castelli; feroci lotte e
successive repressioni favorirono in Puglia il brigantaggio.
Tra le successive dominazioni di Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli
e Borboni, l'inico periodo felice per la Puglia fu quello svevo. Federico
II di Svevia proclamò, nel 1231, il "Liber Augustalis", corpo di
Costituzioni, ed ebbe per la Puglia una particolare predilezione. Soggiornava
spesso a Foggia, preferendo questa terra alla Sicilia, e fece sorgere i castelli
di Bari, Lucera, Trani, Barletta, Bisceglie, Brindisi, Castel del Moro e di
Fiorentino, dove morì.
Il dominio della Puglia passò agli Angioini e successivamente
agli Aragonesi: la lotta accesasi tra i nobili per impossessarsi dei feudi e
l'avidità dei potenti provocarono la decadenza della regione.
L'agricoltura languì, i commerci per mare passarono ai Veneziani, le città
erano continuamente messe a sacco dalle incursioni saracene,
Poi venne la guerra tra Francia e Spagna per il possesso del Regno di Napoli: al
termine della contesa, la regione fu smembrata in tre parti e cioè la
"Capitanata" a settentrione, la "terra di Bari" al centro, e
la "terra d'Otranto" a sud. Fu durante il dominio dei Francesi sulla
Capitanata che avvenne il famoso episodio della sfida di Barletta.
Per due secoli, all'inizio del XVIII secolo, la Puglia giacque sotto il
malgoverno spagnolo: assurdi balzelli soffocarono l'economia della regione, la
campagna rimase incolta, si diffusero malattie, la povertà divenne generale.
I Borboni sollevarono un poco i Pugliesi dalla triste situazione in cui si
trovavano, ma la mancanza di libertà continuava a pesare sulla vita della regione.
Venne finalmente la riscossa.
I primi patrioti morirono sulle forche borboniche, e infine, il Risorgimento
portò la libertà.
Ora, tra le regioni dell'Italia meridionale, la Puglia è una delle più attive
e dinamiche.
Bari sta assumendo nell'Adriatico quel primato commerciale che da tempo Genova
vanta nel Tirreno. Il suo nuovo grande porto, con l'imponente faro, ha un molo
che si prolunga in mare per oltre due chilometri. Anche per merito della Fiera
del Levante, questo scalo è una vera porta spalancata verso l'Oriente.
VAI ALLA REGIONE (geografia)