RACCONTI

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ITALIANO

STORIA DI UNA MADRE

Cristiano Andersen

(traduzione di L. Borrello)

Una madre, piangendo con angoscia crescente, vegliava il suo bimbo pallidissimo, disfatto, con gli occhini chiusi, che respirava appena.
Fu picchiato all'uscio...entrò un vecchietto tutt'avvolto in una specie di coperta e tremante pel freddo intenso.
Fuori tutto era neve e ghiaccio, e tirava un vento gelido che mozzava il fiato.
Mentre pareva che il bimbo dormisse, la donna si affrettava ad apprestare un pò di birra calda al povero vecchietto, che, tremando sempre, s'era messo a cullare il malatino.
Poi la madre riprese il suo posto e, carezzando la manina diafana, chiese al vecchio:
- Non credi anche tu che il signore non vorrà strapparmi la mia creaturina ?
E il vecchio, che era proprio la Morte, fece un cenno che poteva significare (NO) e (SI) allo stesso tempo.
La povera madre chinò gli occhi e pianse e pianse silenziosamente.
A poco a poco, abbandonò sul petto il capo, stanco dalle lunghe veglie angosciose, e si appisolò...per un minuto solo, Ma ebbe subito un sussulto, balzò in piedi tremando: si guardò intorno :... Il vecchio era scomparso e il bimbo non c'era più !...
In fondo alla stanza, il pendolo fremette cupamente,...
B U M ! ! ! Cadde, e l'antico orologio si fermò.

La povera mamma si slanciò sulla via, chiamando il suo piccino.
In mezzo alla neve stava seduta una vecchia, avvolta in un lungo manto nero, che le disse :
- Nella tua casa c'è stata la Morte L'ho vista fuggire or ora con un bimbo in braccio. Essa corre più del vento, e non ridà ciò che ha tolto.
- Che strada ha preso ? - Supplicò e; la madre. - Dimmelo ed io la saprò raggiungere. -
- te lo dirò ; ma, prima, cantami tutte le canzoni con le quali addormentavi il tuo bimbo. Le ho già sentite ed ho veduto le tue lacrime mentre le cantavi: Io sono la NOTTE .
- Si, te le canterò, tutte... Ma lasciami, ora, lasciami raggiungere il mio bimbo ! -
La notte rimaneva nera e muta .
E la povera madre, torcendosi le mani, cantò cantò... Le canzoni erano molte, ma molte di più erano le lacrime.
- Attraversa quel nero bosco di abeti - Disse infine la Notte: - Io l'ho vista sparire di là. -

La madre si internò nella selva e corse e corse .
Ma eccola ad un crocicchio: Indecisa, si rivolse ad un cespuglio di pruni, nudo di foglie ed irto solo di ghiacciuoli.
- Hai visto, forse, passar la morte con il mio piccino ? -
- Si, ma non ti mostrerò la via, se prima non mi scaldi al tuo cuore: IO GELO ! - E la povera madre si strinse forte forte al cuore il cespuglio, tanto che quelle spine penetrarono nelle carni e ne spicciò il sangue.
A quel tepore inaspettato i rami si ammorbidirono di foglioline verdi e le gemme fiorirono nella ghiacciata notte invernale: tanto calore che racchiude il cuore dolorante d'una mamma!

Seppe la via e giunse presto alla riva d'un immenso lago. Ma, come attraversarlo ? Non c'erà ombra di battello o di barca, mancavano i guadi e il ghiaccio non era abbastanza duro per reggerla.
La poverina l'avrebbe bevuto tutto, se la cosa fosse stata possibile... E guardava, accasciata, con tanta desolazione negli occhi.
Che miracolo ! Il lago le propone :
- Mettiamoci d'accordo:... Io amo appassionatamente le perle: e gli occhi tuoi sono le più belle ch'io m'abbia visto. Se li lascerai cadere dentro di me, io ti porterò sull'altra riva, al gran giardino della morte, dov'essa in ogni albero e in ogni fiore coltiva una vita umana

- Ma che cosa non darei per riavere mio figlio ! -
E la povera madre pianse ancora più forte, pianse finché gli occhi le caddero in fondo al lago, trasformandosi subito in due perle brillanti.
Allora si sentì sollevare di peso e trasportare su una spiaggia remota, dove sorgevano edifici grandiosi con montagne e grotte, boschi e giardini immensi...

Ma la povera madre non poteva più veder nulla.
- E dov'è la morte con il mio bambino ? ! - Andava sospirando.
- Non è tornata ancora, - Le rispose la vecchia guardiana del luogo. - Ma tu come sei potuta giungere sin qui ? E chi ti ha aiutato ?
- Il buon Dio !... Sii buona anche tu, come lui, e mostrami dove posso rintracciare il mio bimbo.
- Non saprei...E poi io non lo conosco e tu non ci vedi !...
Stanotte sono appassite molte piante, e la morte tra poco verrà a svellerle. Ogni vita è qui rappresentata da un albero o da un fiore, a secondo dell'età. Sembrano vegetali, ma racchiudono un cuore, che, quando la vita si spegne ed essi appassiscono, conserva sempre il suo battito. Se tendi bene l'orecchio, potrai, forse, riconoscere anche quello del tuo bambino. Ma che cosa mi darai se ti insegno quello che dovrai fare dopo ? -
- Ahimè ! Non ho più niente da dare ! - Rispose l'afflitta -Ma andrò per te fino in capo al mondo.
- Cosa vuoi che mi interessi ciò ?... Dammi piuttosto la tua superba capigliatura nera ! Mi piace tanto ! Ed io ti darò questi miei capelli bianchi.
E lo scambio fu fatto :

Poi entrarono insieme nel gran giardino della morte.
Che vegetazione lussureggiante ! Azalee e rose d'ogni specie, giacinti delicati e peonie quasi arboree, agavi e liane in larghi avvilucchiamenti, e piante acquatiche con rospi che si rampicavano sugli steli magnifiche palme, querce, platani e piante dei morituri, mezzo appassite... Ognuna portava un nome ognuna rappresentava un essere umano, che viveva ancora in Cina o in Groenlandia o in un altro punto della terra. C'erano piante grandi che intristivano in vasi troppo piccoli, e qualche fiore delicatissimo affettuosamente coltivato in una zolla di terra grassa, circondata di musco.
La povera madre palpava ogni pianta, ogni fiore: si chinava sulle piantine più basse per ascoltarne il battito umano e, finalmente tra milioni e milioni di cuori, riconobbe quello del suo bimbo.
-Eccolo, eccolo ! - Gridò carezzando un piccolo fiore di croco vellutato, già avvizzito e chino mollemente sullo stelo.
- Non lo toccare ! - Ammonì la vecchia - Aspetta la morte, che verrà fra poco, e, s'ella te lo vorrà strappare, minacciala di fare tu lo stesso con le altre piante. S'impensierirà, perché deve renderne conto a Dio senza il cui permesso nessuna può venire strappata. -

Giunse la morte: la povera cieca la sentì nella folata di vento gelido che la circondava.
- Tu qui ?... Come hai trovato la strada ? Come hai potuto fare più presto di me ? -
- Sono una mamma ! -
E la poverina s'oppose alla morte che allungava l'artiglio per svellere l'esile fiorellino, s'oppose a tutta forza, proteggendolo con le palme amorose tese sui petali delicati pur senza sfiorarli.
La morte, allora, le soffiò sulle mani, che ricaddero inerti: tanto era ghiacciato quel soffio.
- Vedi, tu non puoi nulla contro di me !! - Le sghignazzò -
- Ma Dio si ! - Rispose la derelitta. - Io faccio la sua volontà. Sono il suo giardiniere e trapianto questi suoi fiori sulla terra nel gran giardino del paradiso, in un paese ignoto. Come, poi, fioriscano là io non te lo posso dire. -
- Rendimi il mio bimbo ! - Pregò piangendo la madre - Se no ti strappo tutti i tuoi fiori ... Sono disperata -
E ne afferrò due bellissimi che le sorgevano accanto . - Non li strappare !... Codesti sono vivi e renderesti infelici, come te altre due madri!
- Altre due madri !.. - Sospirò la poverina e dischiuse i pugni.
- Tò , riprenditi gli occhi - Disse la morte. Non sapevo fossero tuoi... Brillavano tanto in fondo al lago ed io li ho pescati. Sono più splendenti di prima e vedono meglio... Guarda ora, in fondo a questo pozzo e vedrai i destini d'e due fiori che volevi strappare.-
La madre guardò e vide l'avvenire dell'uno colmo d'ogni felicità, d'ogni bene : quello dell'altro pieno di miserie e di guai senza fine.
- Volontà di Dio - Osservò; la morte.
- E quale dei due fiori sarà felice.
- Non te lo posso dire : Sappi solo che uno di questi due destini toccherebbe a tuo figlio .
- E quale ? - Chiese ansiosamente ... la morte tacque... E la madre, atterrita gridò:
- OH Prendilo allora prenditelo ! Porta via il mio bimbo nel paese sconosciuto dimentica le lacrime e tutto quello che ho detto e tutto quello che ho fatto - E cadde in ginocchio, torcendosi le mani, e pregò Dio :
- Perdonami se mi sono ribellata ai tuoi decreti non ascoltarmi sono una demente , sono una demente- E chinò il capo sul petto...
La morte intanto volava con il bimbo nel paese ignoto.

 

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